LA NOTTE DEI RACCONTI: lo psicologo Ezio Aceti incontra e sorprende ragazzi, docenti e genitori

Si aspettavano forse un incontro noioso, con l’esperto di turno che faceva la predica, invece gli studenti del nostro Istituto, sia quelli in presenza sia quelli collegati a distanza, sono stati letteralmente conquistati da Ezio Aceti, psicologo dell’Età infantile e adolescenziale e pedagogista, protagonista di tre appuntamenti, il 26 novembre, all’interno dell’evento “La Notte dei Racconti”.

Al mattino, dopo i saluti del dirigente, dott. ing. Angelo Frisoli, l’ospite ha indicato ai ragazzi il cammino per “essere liberi”: dopo una divertente analisi basata sulle differenze tra maschile e femminile, della loro situazione, Aceti ha dato dei suggerimenti pratici: abbandonare i “pregiudizi” sul “carattere bello” o “carattere brutto” ma accettare realisticamente il carattere di ognuno per quello che è; superare la dinamica “ho ragione – hai torto”, perché la verità è da tutte e due le parti, anzi “la verità è solo la relazione”; credere che “si può amare anche con intelligenza e volontà”. E come si fa ad amare in questo modo? Occorre comportarsi come i grandi calciatori e mettere insieme tecnica e allenamento: “amare tutti” senza pregiudizi, “amare sempre” anche quando non ho voglia, “amare per primi”.

Nel pomeriggio lo psicologo ha incontrato i docenti per riflettere sulla “relazione pedagogicamente corretta”: l’incontro è stato preceduto dall’introduzione di Paolo Perticaroli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, associazione che insieme al comune di Osimo e al Consiglio Regionale delle Marche ha patrocinato l’intera manifestazione. Aceti non è stato tenero: secondo la sua visione la scuola è molto indietro rispetto alla realtà che vivono i ragazzi, come la centralità delle emozioni, il pluralismo educativo, l’enorme quantità di stimoli e l’immaturità unita alla fragilità. “Oggi il primo bisogno dei ragazzi è relazionale” ha sottolineato l’esperto, questo significa che i docenti devono offrire loro “empatia”, “realtà”, “sostegno”, ovvero aiutare gli studenti a capire cosa hanno dentro, senza nascondere, in caso, la concretezza degli errori, ma esprimendo la certezza che “la prossima farai meglio”. Infine c’è stato il confronto con i genitori, con una riflessione incentrata sull’ “essere padri oggi”. I bambini, da zero ai dieci anni sono circondati da figure soprattutto femminili, sia a casa che a scuola, ma la figura del padre è altrettanto importante di quella della madre. E chi è il padre oggi? Secondo Aceti deve essere il genitore che “si mette subito in rapporto con i figli, fin da quando nascono”, è colui che li “accompagna nella realtà” e li “strappa” alla madre, nel senso che quando cominciano ad avere sei, sette anni “li aiuta a essere autonomi e capaci di scegliere”.

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